








Giugno 2021, siamo ancora in periodo di pandemia. Le ragazze della New Volley Adda si giocano la promozione in serie B. E’ l’ultima partita di campionato, è sufficiente vincere due set ed il traguardo è matematicamente raggiunto. Quel giorno mi sento agitato credo ancor più delle ragazze. Anch’io mi sono posto un obiettivo: se mai dovesse succedere, voglio immortalare quel punto che le porterà alla promozione. La fotografia di ritratto è magnifica, ma per certi versi più semplice: hai tutto il tempo per decidere cosa fare, come comporre l’immagine, cosa esprimere. Quel giorno invece l’azione del punto decisivo, se mai dovesse accedere, durerebbe in tutto un paio di secondi. E non si sa in quale parte del campo, magari dalla parte opposta, con giocatrici che ne nascondono la visuale. Due secondi per cercare di cogliere la fotografia più importante della mia attività di fotoamatore sportivo e tifoso della squadra. C’è qualcosa di strano nell’aria: durante il riscaldamento prepartita mi arrivano cinque pallonate. Niente di preoccupante, anche se il timore per l’incolumità della mia preziosa attrezzatura c’è. Cinque è davvero un numero insolitamente alto, la pallonata è un evento raro. La tensione sale. Di solito i bravi fotografi raccontano qualcosa di loro tramite le fotografie. Per me spesso accade il contrario: sono le fotografie a raccontare qualcosa a me. Ma quel giorno accade qualcosa di strano: l’oggetto inanimato che mi vuole comunicare qualcosa non è la fotografia, ma la palla, con il suo continuo venirmi a cercare. Poi comincia la partita, e le ragazze si mostrano subito decise e determinate, come se fossero sicure di raggiungere il traguardo. Ed il momento decisivo arriva: Giulia, la palleggiatrice, alza la palla in posto due, dove c’è Chiara, il centrale, e dove io ho una visuale perfetta. Chiara segna il punto decisivo. Non so cosa sia passato per la testa alle ragazze. O forse sì, lo so, a voler comunicare ora non è più la palla con il suo linguaggio incomprensibile, sono le fotografie. Dalla prima immagine all’ultima passano sei secondi. Sei secondi che riassumono e premiano anni di impegno e duro allenamento. E a fine partita, all’ultimo punto segnato ancora dalla New Volley, la palla rimbalza docilmente e si ferma proprio accanto a me. Come se volesse chiedere perdono per il suo nervosismo iniziale, che era anche il mio. Come se volesse dirmi: “Missione compiuta!”